Eventi Pasquali
Domenica delle palme. Il giorno della Domenica delle Palme, finita la celebrazione religiosa, era in uso che i ragazzi offrissero alla ragazza amata il rametto d’ulivo; la ragazza solitamente contraccambiava il gesto offrendo a sua volta un dolce (tipicamente un ciambellone) preparato con le proprie mani.
Cerimonie del periodo pasquale. Nell’ambito delle manifestazioni della settimana santa si distinguono, per intensità e carica emotiva, il Canto del perdono e la processione del Cristo morto. Il primo prevede un canto, a strofe alternate, eseguito in chiesa, la sera del Giovedì santo, da due gruppi di persone, uno esclusivamente maschile che si colloca nella sagrestia, l’altro esclusivamente femminile che risponde dalla navata principale. La seconda manifestazione, la Processione del Cristo morto, non diversa dalle note versioni della tradizione religiosa, prevede un corteo di fedeli a seguito delle sacre statue, il Cristo morto e la Madonna addolorata, che sfila nelle strade del paese.
Ottava di Pasqua (domenica successiva alla Pasqua, attualmente in disuso). Dopo una settimana dalla Pasqua era abituale una passeggiata alla volta del Colle San Marcello dove, una volta arrivati, veniva celebrata la santa messa nell’Eremo dell’Annunziata. Finita la messa, si era soliti fare un pic-nic in aperta natura a seguito del quale iniziava un folkloristico rituale di fratellanza e reciproca solidarietà: si diventava infatti “compari” o “comari” (secondo la tradizione “se faciave a cummare”). Il cerimoniale prevedeva che una persona, posta la mano sul capo della persona a cui voleva legarsi come compare o comare, girasse intorno a tutto tondo a questa stessa persona ripetendo la formula “cummà me vu bene?”. In caso di risposta affermativa si diveniva quindi compari o comari e lo stretto rapporto affettivo perdurava solitamente per tutta la vita.
L’ottava di Pasqua (Domenica in albis). La Domenica immediatamente successiva alla Pasqua, detta domenica in albis (dal colore della veste bianca indossata dai bimbi al momento del battesimo che solitamente veniva fatto la notte di pasqua), rappresentava per i fanesi una data molto importante. All’Eremo dell’Annunziata e nell’area circostante si teneva infatti una riunione molto sentita non solo dai locali ma anche dalle popolazioni limitrofe: era prevista una messa seguita da un picnic all’aperto in un’atmosfera di grande solidarietà. In questo contesto, si teneva una sorta di rituale popolare cioè il tradizionale “fare a cummare” (o “a cumpare” in base al genere). Sul Colle San Marcello, la persona cara era seduta su una pietra e l’altra, tenendo una mano appoggiata sul capo della stessa persona seduta, le girava intorno ripetendo la frase rituale “cummà – oppure cumpà – me vù bene?”; il rituale si ripeteva poi a parti invertite. Questa misteriosa e affascinante dichiarazione di affetto e solidarietà si ripeteva tra i fanesi ma anche con le persone provenienti dagli altri paesi. La scomparsa di tale evento non è databile in modo preciso ma è molto probabile che sia avvenuta intorno agli anni’50.